“MacBook Air”: troppo discusso e tanto incompreso…

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Certo, appena lo si guarda l'”oooooooooh” di stupore corale c’è di fronte alle incredibili dimensioni e al suo peso piuma. Ma leggendone le specifiche i detrattori cominciano a diventare tanti, e prevalentemente concentrati nella categoria dei Mac-geeks, cioè dei patiti della Mela da sempre.

I pro rilevati sono:

  1. spessore incredibilmente sottile, meno di 2 cm complessivi di altezza
  2. peso piuma, 1,36 kg
  3. retroilluminazione a LED per il display wide da 13,3”
  4. processore Intel Core 2 Duo miniaturizzato del 60% rispetto a quello standard
  5. sensore di luminosità ambientale per regolare l’intensità della retroilluminazione della tastiera oltre che del display
  6. 5 ore di autonomia senza cavo
  7. trackpad gigante con tecnologia multitouch come nell’iPod e dell’iPhone
  8. nella sua tastiera di dimensioni standard

Poi i detrattori cominciano a rilevarne i difetti: sorprendentemente non c’è un drive per cd e dvd, le porte sono solo 3: 1 USB 2.0, 1 mini-DVI e 1 connettore audio out (e non in), l’audio è mono e non stereo, manca una porta RJ-45 e una scheda Ethernet per le connessioni di rete, per cui per le connessioni si è completamente dipendenti dal Wireless e dal Bluetooth (qui 2.1), l’hardware offerto comprende “solo” 2GB di memoria a 667MHz e un hard disk piccoletto da 80GB a 4200rpm (un po’ meno veloce perfino del MacMini, modello entry level della Apple).
Insomma, alla fine i contro sono più dei pro, considerato anche il prezzo definito un po’ esagerato che si attesta sui 1.799 dollari, e il resto che ci si rimetterebbe nell’acquistare un cd/dvd esterno creato appositamente per il MacBook Air (e tra l’altro funzionante SOLO con il MacBook Air), il SuperDrive proposto a 99$, e vari adattatori come l’USB Ethernet e un micro-DVI/S-Video dal prezzo attorno ai 40-50$ cadauno. Anche il colore della tastiera proposta, lontano dal classico silver degli altri Macbook, lascia un po’ con l’amaro in bocca… Eppure…. mi attesterò anche sul livello della fascia di utenti medi, sarò anche meno competente, ma chissà perché penso e sono sempre più convinta che chi cerca quel di più che il MacBook Air non fornisce, sia completamente fuori strada e abbia dimenticato il reale significato di questo nuovo concept.

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Andando sul veramente pratico ed esaminando quali sono le reali esigenze informatiche in un mondo professionale come il mio, accademico e scolastico, rilevo alcune cose:

  • nelle presentazioni o nell’esame di qualche file di testo uso file già presenti sul mio hard disk e non porto certo con me cd o dvd, perché a quello ci pensano le più comode e leggere penne USB, ormai arrivate a contenere oltre 4 GB di dati, e l’USB nel MacBook Air c’è, e se ho proprio bisogno di installare un software, lo trovo online;
  • se ho l’esigenza di connettermi a Internet per controllare qualche dato o approfondire qualche mia lezione, e se faccio tutto questo nelle aule, non potrò mai avere a disposizione la connessione in Ethernet semplicemente perché le aule delle scuole italiane non offrono niente del genere (nella stragrande maggioranza delle aule, a stento c’è una presa elettrica che funziona), anzi: essendo ormai tutte le scuole dotate di laboratori informatici con pc collegati in rete e quindi connessi a Internet con Fastweb o altre flat ad altà velocità, potrò utilizzare l’appoggio wireless, e il MacBook Air il wifi ce l’ha;
  • se vado a scuola con pile di libri, ciò che desidererei più di tutto è poter contare anche sul portatile senza però dovermi sobbarcare un altro peso… e poi come la mettiamo con le borse da lavoro? dove lo si trova lo spazio per un notebook? il MacBook Air ha due vantaggi importantissimi: il peso piuma e le dimensioni compatte, due cose che lo rendono assolutamente in grado di condividere lo spazio nelle nostre cartelle da lavoro assieme a libri e fotocopie senza necessità di una borsa in più o di alimentatori pesanti e voluminosi (che con una resa di diverse ore di autonomia, come quelle del MacBook Air, per quelle 5 ore di lezione possono anche risultare superflui);
  • e ancora, …immaginiamo un convegno, un corso di aggiornamento, una conferenza, trasferte probabili e frequenti nella vita di uno studioso, di un insegnante o di un accademico; e immaginiamo i luoghi che di norma costellano i viaggi di lavoro: un albergo (ormai tutti sono dotati di wireless e non certo di prese Ethernet), un treno, un’auto, e giù borse e libri e fascicoli da trascinarci dietro. Sarebbe davvero necessario un notebook più potente (e pesante) solo per svolgere compiti di rito in trasferte come queste quali prendere appunti (spesso su sedie scomode che ci forzano a tenere il pc sulle ginocchia…), collegarci a Internet, inviare file via email, comunicare con qualcuno via Skype, e tenerci aggiornati con news e tg ormai completissimi anche nella loro versione online?
  • e infine il prezzo: la comodità e il concept nuovo costano, ma forse ci siamo scordati quanto costavano i notebook una volta e quanto sono più accessibili adesso. 1500 dollari sarebbe stato più ragionevole, ma 200 euro è il prezzo di un iPod, di un cellulare, di una buona stampante. Pensiamoci e diamo un’occhiata al nostro iPod, al nostro cellulare e alla nostra buona stampante prima di dire che non li spenderemmo volentieri… 😉

Quello di Jobs è un concept di un’innovazione straordinaria che guarda il mondo in prospettiva pratica e senza fili. Il tempo, sono certa, gli darà ragione.

“Songbeat”, ricerca e download gratuito di mp3

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SongBeat è un programmino gratuito davvero molto particolare che cambia il modo di trovar musica su Internet.
A differenza dei comuni peer2peer, software come Emule o WinMX basati esclusivamente sullo scambio dei file, Songbeat permette di cercare, ascoltare e scaricare musica dal web senza estenuanti attese per i download e soprattutto con la preziosa possibilità di ascoltar prima l’intera canzone e poi decidere di scaricarla dal web.
Il velocissimo programma, facile, sicuro e senza spyware di nessun tipo, cerca in pochi secondi i file mp3 disseminati nella vasta galassia di Internet da milioni e milioni di utenti utilizzando motori di ricerca velocissimi senza intaccare il nostro disco fisso o i dischi fissi degli altri, ma monitorando soltanto musica già presente sui server presenti in rete. Non c’è necessità alcuna di mettere a disposizione la nostra musica per il filesharing e fornisce file mp3 puliti e senza alcun rischio di virus. Uno dei punti di forza del programma è proprio quello di poterli ascoltare interamente prima di scaricarli.
Songbeat è gratuito ma limitato a un download di 50 file. Songbeat Pro, dal download illimitato e senza pubblicità, è fornito al prezzo di 10 Euro.
{via IlariaLab}